Nella notte tra il 24 e 25 febbraio 2003 Alberto Sordi, uno degli attori più amati, lasciava il suo pubblico all’età di 82 anni. E’ stato sicuramente un grande interprete, regista, doppiatore ed ha incantato intere generazioni. Non si possono che tessere le sue lodi, è stato un artista eccezionale. Sicuramente lui rappresenta la storia del cinema italiano assieme a De Sica, Manfredi, Tognazzi, Gassman, Mastroianni e Roma gli è sempre stata vicino. Ricordo il giorno dei suoi funerali nella Piazza di San Giovanni eravamo in duecentomila al rito laico dopo la cerimonia religiosa tenutasi nella Basilica e presenziata dal Cardinale Ruini, non era morto un grande artista: era morto uno di noi. L’Albertone nazionale che ci aveva incantato coi suoi film che interpretava nella sua grande genialità e soprattutto con grande umiltà, personaggi unici ed irripetibili, che hanno come marchio la sua capacità di caratterizzazione. Ha rappresentato l’italiano “medio”, se così lo vogliamo chiamare, ha rappresentato ognuno di noi, come non ricordare Il Marchese del Grillo o Il Vigile e Roma era sempre nel suo cuore. Tra Sordi e Roma c’era un rapporto particolare, con ben 56 pellicole girate nella capitale. Sono stati organizzati moltissimi eventi che hanno visto la partecipazione di teatri e con l’intitolazione di una strada alla presenza della sorella, ma soprattutto attraverso una mostra che vede come curatori Vincenzo Mollica, Alessandro Nicosia e Gloria Satta., al Complesso del Vittoriano, dal tiolo “Alberto Sordi e la sua Roma”, con una frase che accoglie i visitatori, la sua vera dichiarazione d’amore a Roma “Amo pazzamente questa città e mi diverto a riscoprirla ogni giorno anche nei miei film. Traffico a parte, a Roma la gente sa ancora godersi la vita”. Concordo con Alberto Roma ha davvero il suo fascino e da romana purtroppo devo constatare che si impazzisce nel grande caos legato al traffico. A dieci di distanza Roma lo ricorda, come lo ricordiamo anche noi, allegro e sorridente con al battuta sempre pronta, in fondo non lo abbiamo mai dimenticato.

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