Sho, un ragazzo malato di cuore che si trasferisce in una casa di campagna della zia e fa la conoscenza di un piccolo essere, alto non più di 10 centimetri, una ragazzina di 14 anni, col nome di Arrietty. Tra i due nascerà una splendida amicizia. Il film creato da Hayao Miyazaki, quaranta anni fa e, tratto da un racconto di Mary Norton, conferma la precisione stilistica della casa di produzione giapponese “Studio Ghibli”. Perfetti sono i disegni fatti a mano, precisissimi i dettagli, con un esiguo uso della grafica del computer. il film esplode in un incanto di immagini e disegni, con panorami che conquistano lo spettatore. L’appartenenza a mondi differenti dividerà i due ragazzi, l’uno rappresentante della specie umana e l’altra dei “rubacchiotti”, che per vivere “prendono in prestito”. Le loro strade si divideranno ed il loro incontro cambierà le loro vite. Sho acquisterà il coraggio di un’operazione al cuore e la piccola gnometta affronterà una nuova vita in un’altra casa. Sicuramente Miyazaki, ci dimostra come la tecnologia non sia poi così necessaria per realizzare opere notevoli e attraverso la creazione di storie così particolari (tra le quali si ricordano Totoro, Ponyo sulla scogliera…) ci porta in dei veri e propri quadri ove si radica un mondo fatto di sentimenti veri e sinceri. Le immagini non fanno altro che toccare l’animo e sono poesia per gli occhi e meraviglia per il cuore.