”Ballate di terra e d’acqua” e’ il titolo del diciottesimo album di Massimo Bubola. Dal 1976, anno di pubblicazione del suo disco d’esordio ”Nastro giallo”, e’ passato piu’ di un trentennio, ma tutta la sua produzione e’ attraversata da una sorta di filo rosso che rende inconfondibili le sua canzoni. Sono 11 i brani inseriti in “Ballate di Terra & d’Acqua”, undici canzoni legate da due elementi fondamentali per la nostra esistenza: la “Terra” e quindi le radici, la storia, la profondità e “l’acqua” e quindi la fluidità, il presente, la trasparenza. E’ un album sostanzialmente rock. Grande scrittore, padre della canzone folk, Massimo con il suo fare schivo incanta il pubblico con le sue ballate. Non incline a compromessi, il cantautore veronese collaboratore storico di Fabrizio De Andrè, (con il quale ha scritto due bellissimi album: “Rimini” e “L’indiano” e canzoni famose come “Andrea”, “Fiume Sand Creek”, “Una storia sbagliata”, “Sally”, “Rimini”, “Franziska”) ha fatto della sua coerenza il suo marchio di fabbrica. Non è famosissimo, Massimo Bubola, sebben quasi tutti conoscano le sue canzoni. Quanti hanno ascoltato Don Raffaè o Il cielo di Irlanda pensando solo a Fabrizio De Andrè o a Fiorella Mannoia, senza sapere che dietro quelle canzoni c’era il suo zampino. Solita e grande la sua collaborazione con De Andrè che ha portato a grandi successi. Bubola, dal canto suo, ha alle spalle una rispettabilissima carriera solista con quasi venti album pubblicati, tuttavia lontano dagli occhi del grande pubblico. Queste canzoni di terra e acqua non si allontanano dalla sua vena classica, arrangiamenti rock semplici e sobri, e il punto forte nei testi fatti di immagini forti e di poesia. L’album comincia benissimo con Sto solo sanguinando, un inno alle tante cose che stanno scomparendo sostituite da una modernità che dà spazio solo all’effimero, e tocca vette importanti come Un,due,tre canzone d’amore che si evolve in una munder ballad alla Nick Cave. Bellissima la sua canzone Dolce Erica con un suono blues che tocca il cuore. Diritto per la sua strada ha sfornato una serie di dischi più o meno fortunati senza mai cadere nella morsa commerciale e anche questo disco, infatti, non scalerà i primi posti delle classifiche di vendita. Bubola abbandona in questo lavoro le tastiere e i violini, accentuando di più le chitarre e creando così un suono più rock. Il disco viene subito assimilato grazie alla semplicità e alla struttura delle canzoni, le parole e le musiche sono ben amalgamate, e questo rafforza l’equilibrio non sempre facile per brani di un certo spessore, canzoni in cui il testo ha una valenza primaria quanto la musica. Tutti i brani si mantengono su una buona media ed è difficile stilare una graduatoria, questo dimostra ancora una volta l’omogeneità, l’intensità, la profondità, tutti valori aggiunti dall’esperienza ormai trentennale del nostro migliore folksinger italiano. In definitiva “Ballate di Terra & d’Acqua” è la dimostrazione della serietà e della bravura di Massimo Bubola, a conferma che la coerenza alla fine paga sempre. È uscito da poco un altro libro di Bubola. Il suo primo e vero romanzo, edito da Gallucci. Anche qui una ballata tra storie ambientate in veneto, tra il sacro e il profano, tra la semplicità di chi fa sua la terra e vive giorno per giorno in un piccolo paese. Ancora una volta Bubbola mostra la sua grande poliedricità e mette il risalto la sua vasta cultura.