Per la prima volta sul grande schermo Antonio Albanese porta un suo personaggio televisivo, Cetto La Qualunque, un politico alquanto ignorante, imprenditore calabrese, il cui sponsor è “Chiù pilu pi tutti”, i cui valori non sono certo la legalità e la correttezza. Cetto, dopo una latitanza all’estero, rientra in Italia unitamente ad una bella ragazza straniera di colore ed una bambina di cui dimentica sempre il nome, dove ritrova il suo amico e braccio destro Pino, la moglie Carmen e il figlio Melo. Le sue proprietà sono minacciate e le imminenti elezioni porterebbero a Sindaco tale Giovanni De Santis, che vuole difendere i diritti della comunità. Cetto, messo da parte ogni dubbio, decide di difendere la sua città e di iniziare la campagna elettorale contro De Santis. Cetto, quale maschera televisiva, nasce in Rai nel 2003, per poi approdare in Mediaset con la Gialappa’s, fino ad oggi con “Che tempo che fa” con Fabio Fazio. La sceneggiatura è fluida e non si perde nei soliti sketch. Sicuramente il salto dal piccolo al grande schermo ha dato ad Albanese maggiore visibilità ed egli unitamente al regista Manfredonia, racconta la vita di questo politico, con i suoi abiti un po’ bizzarri, come la scritta “Vota Cetto” in viola, al posto delle righe. Non è un film propriamente comico, perché fa riflettere lo spettatore sulla prospettiva di corruttibilità e disonestà della figura politica moderna che interpreta Cetto. A onor del vero, il film non mi ha fatto impazzire.