Il museo Marino Marini a Firenze è un museo che vale la pena di vedere. Il Museo, poco pubblicizzato, nei pressi di Santa Maria Novella, conserva 182 opere di Marino Marini, morto nel 1980: sculture, dipinti, disegni e incisioni. Questi, detto semplicemente “Marino” come amò sempre qualificarsi, ha sviluppato la sua arte essenzialmente su tre fondamentali motivi: quello del ritratto, del nudo femminile e dell’uomo a cavallo da lui così profondamente e originalmente interpretati da portarlo a soluzioni formali assolutamente nuove e di arditissima, addirittura in alcuni casi sconvolgente, potenza inventiva. Nato a Pistoia nel 1901, frequentò i corsi di pittura e di scultura all’Accademia di Firenze dove il suo maestro Domenico Trentacoste, in parallelo con l’Andreotti, si riallacciava con perizia alla tradizione quattrocentesca imprimendovi accenti di delicato verismo. Ma del suo insegnamento non restano tracce nella scultura di Marino che per molti anni si dedicò prevalentemente all’incisione e alla pittura della quale fin dal 1916 diede bellissimi saggi da far presagire che sarebbe diventato uno dei maggiori pittori del suo tempo. La disposizione delle opere all’interno del Museo è tematica piuttosto che cronologica, intendendosi come tema più uno stato d’animo che un soggetto iconografico in senso stretto: essa ruota intorno all’imponente gruppo equestre dell’Aja (1957-58) collocato nell’epicentro dell’antico spazio liturgico e immerso nella luce naturale proveniente dalla grande vetrata absidale. Marino considerava la luce naturale un vincolante elemento di lettura della propria opera: questo criterio è pienamente accolto e sfruttato nel museo; i punti di osservazione sono molteplici, ovviando così all’avversione dell’artista per “l’opera sul piedistallo”, concetto assai distante dalla poetica mariniana. Le opere sono state donate in momenti diversi da Marino Marini e dalla moglie Marina. Nel 1980 fu donato dall’artista al Comune di Firenze il primo nucleo di opere, costituito da 22 sculture, 31 dipinti, 30 disegni e 30 incisioni. Successivamente, nel 1988, la vedova Marini donò al Comune di Firenze altre 42 opere al fine di rendere più completa ed approfondita la collezione del museo. Nel frattempo il patrimonio museale si è arricchito di ulteriori 25 opere donate dalla signora Marini, dalla signora Del Vecchio e dal lascito testamentario Jesi. Il museo contiene esclusivamente opere di Marino Marini eseguite tra il 1916 e il 1977, tutte esposte sui quattro livelli dell’edificio di San Pancrazio.