Una leggenda eterna di eroi e malvagi in un grande musical dove un ladro gentiluomo sarà il principe della foresta incantata di Sherwood. Ambizione, coraggio, amore, tradimento, avventura tutto in un grande musical originale di Beppe Dati con Manuel Frattini per la regia e l’adattamento di Christian Ginepro e Fabrizio Angelini. Fra tutti i personaggi sospesi nella leggenda, il fuorilegge Hood, al secolo il nobile Robin di Loxley, è sicuramente uno dei più conosciuti: tante le fonti letterarie così come gli omaggi cinematografici, dalla sfrontata volpe disneyana, passando per il malinconico volto di Kevin Costner. Qui l’irrequieto fuorilegge assume l’armonioso corpo di Manuel Frattini. Più di due ore e mezzo per un allestimento fiabesco che incanta l’occhio: una pedana inclinata verso la platea, rapidi cambi con variopinte pareti scorrevoli a ricreare il grigio castello di Nottingham e la misteriosa foresta di Sherwood, costumi curati nel minimo dettaglio. Il tutto reso ancor più coinvolgente dall’imponente apparato illuminotecnico, con luci multicolori sul palco e teste mobili speciali puntate sulle pareti della sala. Sebbene il ritmo recitativo sia incalzante, la storia si sviluppa in modo estremamente lineare, senza particolari espedienti narrativi a muovere l’andamento degli eventi: la ribellione al dispotismo del re Giovanni, l’amore per Marianna, l’alleanza con i fuggiaschi, fino al felice epilogo. Complessivamente buona la performance degli attori, tra cui spicca Lello Abate (Fra’ Tuck), particolarmente disinvolto ed espressivo nelle varie discipline; spassosa l’interpretazione di Mimma Lovoi, una sanguigna tata dall’improbabile accento napoletano. Tra i cattivi, il più interessante risulta essere Simone Sibillano, un rabbioso Guyo assetato di potere; e Marco Manca (re Giovanni), relegato in un ruolo secondario. Si trova anche l’inserimento di un nuovo personaggio, Nuvola, una selvaggia cresciuta sotto la protezione di Robin e di lui invaghita: la bella Chiara Scipione fa di lei una creatura fortemente legata alla terra, guidata dall’istinto, libera nell’esternazione di sentimenti e necessità. Tutto ruota intorno alla potente presenza scenica di Manuel Frattini, quarantaquattrenne con una vitalità da bambino che alterna senza la minima difficoltà acrobazie a parti cantate impegnative, attirando l’attenzione di grandi e piccini. I passi di danza riescono a rivelare il vero talento di Frattini, un vero “artista completo”: alle prese con un ipnotico tip tap, riesce a esprimersi pienamente con eleganza e armonia, con un vigore irresistibile. Un musical giocato piuttosto sull’impatto visivo di scenografie e luci, sfruttando la forza espressiva dei vari mezzi comunicativi. Sicuramente da vedere.