Nella periferia di Torino, alla fine degli anni 70, in una calda estate dove si incontrano immigrati del sul e del nord est, vediamo una banda di ragazzini che gioca tutto il giorno tra vecchi rottami e ferraglia. La piccola gang, capitanata dal piccolo siciliano Carmine, scorrazza tra campagna e città nel quartiere e passa le giornate di vacanza nel ‘castello’, il loro regno: quell’immenso deposito di metallo dove trascorrono le loro avventure. Il film diretto da Daniele Gaglianone, ha un cast di tutto rispetto, Valeria Solarino, Filippo Timi, Stefano Accorsi e Valerio Mastandrea. La pellicola ci racconta il mistero di un bambino, appartenente alla banda, scomparso vicino ad un capannone, dove una settimana prima era stata ritrovata morta un’altra bambina. Arriva nel quartiere il dottor Boldrini, interpretato da Filippo Timi, rispettato dagli adulti, ma che nasconde un segreto che i ragazzi riescono ad intuire. A seguito della morte della ragazzina, uccisa dopo uno stupro, le loro vite conosceranno il male. Trenta anni dopo i ragazzi, ormai adulti, Cinzia (Valeria Solarino), Sandro (Stefano Accorsi) e Carmine (Valerio Mastandrea), portano ancora i segni di quell’episodio che ha cambiato la loro infanzia. Carmine si crogiola in un bar a bere, Sandro vive con suo figlio di 5 anni in un minuscolo appartamento e Cinzia nasconde un terribile segreto. Il film tratto dal romanzo omonimo di Stefano Massaron ci parla della fine dell’innocenza e di come una sola estate cambi per sempre la vita di quei ragazzini. La pellicola prodotta da Fandango, Zaroff e Rai Cinema è stata girata tra Roma e Taranto. Proprio come la ruggine corrode il metallo, la violenza logora le loro anime lasciando cicatrici con cui si deve sopravvivere.