Girato tra Nuova Zelanda, Usa e Canada è un film di Gavin Hood, con Hugh Jackman, Ryan Reynolds, Liev Schreiber, Dominic Monaghan è il primo spin-off della trilogia cinematografica dedicata agli X-Men. Questo film racconta la psicologia di quello che forse è il più carismatico e interessante dei mutanti della Marvel, James Howlett, detto Logan e successivamente conosciuto come Wolverine. Partendo dalle origini, e dal suo rapporto col fratello mutante Victor Creed (alias Sabretooth), il film ci mostra la vita di Logan, passando attraverso la storia recente degli Stati Uniti (e quindi attraverso almeno quattro guerre), fino al suo arruolamento nel progetto governativo segreto “Arma X”, in cui sono coinvolti altri mutanti dai più svariati poteri. Sulle montagne rocciose canadesi, Logan cerca la pace dopo un secolo di guerre e violenza. Silverfox lo ama e lo incoraggia a dar retta alla propria natura umana e a tenere a bada la forza sovrumana e mutante che è in lui, ma il brutale assassinio della donna da parte del fratello Victor, riporta inevitabilmente Logan nelle mani di Stryker, che vuole fare di lui l’Arma X, una macchina da guerra indistruttibile. Nel corso di un’operazione d’indicibile sofferenza, lo scheletro di Wolverine viene rivestito di adamantio e ne esce un essere invulnerabile, il più micidiale degli esperimenti di laboratorio che Stryker sta operando sui mutanti: un cuore di dolore dentro un’impalcatura di rabbia, in attesa di rivolgere la propria furia contro il giusto nemico. Brian Singer aveva coccolato il personaggio di Wolverine, gli aveva dato fascino, mistero e sofferenza; concedendogli uno spazio e aperto per lui una fessura sul passato. Il regista Hood apre all’insegna del trauma e della notte, con un prologo nel quale il piccolo Logan uccide il suo vero padre, non intuendone l’identità, e si dà alla prima delle tante fughe da se stesso. Il seguito è un’irrisolta ricerca tra azione e sentimento, racconto e allusione, di una vita che Wolverine cercherà di gestire. Per chi ancora non lo sapesse, Wolverine è dotato di un eccezionale potere rigenerante che gli permette di vivere un’immortalità quasi assoluta. Non solo: le sue capacità combattive comprendono riflessi felini, sensi ipersviluppati e il potere di estrarre tre artigli ossei dal dorso di entrambe le mani. Proprio sottoponendosi agli esperimenti di Arma X, sotto la guida del colonnello Stryker, il film ci mostra come Logan viene dotato del famoso adamantio, il metallo indistruttibile che gli viene iniettato direttamente nello scheletro per renderlo indistruttibile. Wolverine, ovvero uno dei personaggi più amati dell’immenso universo Marvel, con il suo terribile passato, le sue doti da mutante, le sue paure e la sua rabbia, pronta ad esplodere e a trasformarlo in bestia, per quello che possiamo definire un salto a ritroso nel tempo adrenalinico, ben costruito e decisamente graffiante… Dopo 3 capitoli cinematografici dedicati agli X-Men, c’era molta attesa nei confronti di questo primissimo spin-off legato al mutante più amato, Wolverine. Rimanendo fedele a quello che abbiamo già visto con i primi due capitoli della saga targati Singer, Gavin Hood porta in sala un Logan decisamente convincente, lasciando sullo sfondo i tanti mutanti che vanno a sovrapporsi a lui nella pellicola, evitando così di realizzare un X-Men 4, ma creando a tutti gli effetti un film dedicato interamente a Logan, al suo passato, alla sua incredibile storia e alle sue origini. A rivestirne panni ed artigli ancora Hugh Jackman, nuovamente convincente nel ruolo che l’ha reso un’autentica celebrità. Il suo Wolverine è eternamente combattuto, è una macchina da guerra costruita in laboratorio, che ha vissuto sulla propria pelle guerre su guerre, a cavallo di due secoli, per poi decidere di dedicarsi ad una vita normale, a spaccare legna, con una donna a casa che ti aspetta. Peccato che sia il proprio passato a cercarti, a non lasciarti mai solo, a tornare a farsi vivo, con tutte le conseguenze del caso. Gavin Hood lega bene gli intrecci della vita di Wolverine, grazie anche ad una solida e ben articolata sceneggiatura, scritta da David Benioff, scenggiatore de La 25° Ora di Spike Lee. Le tante storie legate al passato di Logan vengono condensate più o meno discretamente nei 107 minuti di pellicola, finendo per costruire un buon lato introspettivo del personaggio. Dagli splendidi originali e riuscitissimi titoli di testa, dove vediamo Logan ed il fratello Victor combattere guerre su guerre a cavallo dei due secoli, il film decolla immediatamente, grazie proprio al rapporto d’amore odio tra i due, così uguali e al tempo stesso così diversi. A dividerli ancor di più l’arrivo di William Stryker, visto già in X-Men 2, e del Team X. Squadra di mutanti militari sotto copertura, il Team X darà finalmente l’opportunità a Logan e a Victor di smettere di nascondersi, portandoli però oltre quel limite da cui è impossibile tornare indietro, tanto da separarli definitivamente. Si vedono così sul grande schermo Wade Wilson, Agente Zero, Wraith, Blob e Bradley, oltre a Kayla Silverfox, primo amore di Logan, Gambit, un giovanissimo Ciclope, Emma Frost ed il temutissimo DeadPool, nemico finale da battere per Wolverine. Mutanti fortunatamente lasciati ai margini della storia, interamente incentrata su Logan, con il fratello Victor, in arte Sabretooth, sua splendida nemesi. Proprio Liev Schreiber risulta essere la piacevole sorpresa del film, grazie ad una personaggio decisamente ben scritto, vista anche la sua enorme complessità. Importante lo spazio dato anche a William Stryker, personaggio centrale per la vita di Wolverine, grazie al terribile programma Arma X, che lo trasformerà in un’autentica arma indistruttibile, nel vero soldato perfetto. Senza far mancare nulla con rimandi continui ai primi due X-Men cinematografici, Hood lascia portoni spalancati ai due capitoli successivi, di questo film legato a Wolverine, svelandoci finalmente anche il perchè Logan abbia perso completamente la memoria. Il film che conferma un ottimo regista, bravo a barcamenarsi con un personaggio tanto amato dai fan e tanto complesso, miscelando con sapienza tanto l’action quanto quel lato fortemente emotivo, ambiguo, combattuto e rabbioso che contraddistingue da sempre il marveliano Wolverine. Dovendo fare una sorta di ‘classifica cinematografica X-Meniana”, probabilmente questo Wolverine si piazzerebbe pari merito al 2° posto con il primo X-Men, subito dopo il secondo e decisamente davanti al terzo. “Wolverine” ha l’ambizione di coprire quel gap d’informazioni su Logan, date per scontate nei film della trilogia X-Men. Il regista, ha cercato di realizzare un prodotto fruibile sia per chi conosce poco i mutanti di casa Marvel, sia per i fans e i collezionisti di libri e fumetti su questi particolari supereroi. Per questo secondo tipo di pubblico di certo non mancano le chicche: Hood cita diversi mutanti ben noti agli appassionati, alcuni dei quali presentati ex novo (ovvero mai comparsi nei film della trilogia). Tutto ciò rappresenta una vera gioia per i fans degli X-Men ma, in un concentrato di 107 minuti, risulta un po’ troppo confusionario, soprattutto per chi si avvicina al mondo Marvel senza un solido background alle spalle. Il film lascia dunque molto, moltissimo spazio all’azione, non mancando di approfondire la psicologia di Wolverine. Comunque sia, ne esce il ritratto del Logan che ci aspettiamo: complicato, solitario, straziato dai suoi stessi poteri, incapace di trovare la pace e quindi costretto alla guerra. Complice anche la buona prova di Hugh Jackman – che pare nato per vestire i panni di Wolverine -sembra dunque di ritrovare un vecchio amico abbandonato qualche anno fa dopo la visione di X-Men conflitto finale. Per il resto i momenti adrenalici sono girati con maestria, con non troppa violenza. In sostanza un buon film, non trascendentale ma immancabile per gli appassionati del genere. Wolverine rimane un ottimo prodotto d’azione, che non si sottrae alla domanda di approfondimento che il genere porta recentemente e piacevolmente con sé nella sua declinazione supereroistica, che risponde in maniera entusiasmante alla cultura fumettistica della Mavel, numero uno nel suo genere. Aspettando di rivedere il perfetto Jackman nei panni di Logan, non possiamo per ora far altro che incrociare le dita per lo spin-off dedicato a Magneto.. anche perchè c’è un palpitante Ian McKellen che aspetta! E noi con lui…

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